Eticologiche dicono SI al parto in casa e alla libertà di scelta e informazione!
Aiutateci a raccogliere più firme possibili per chiedere il rimborso alla ASL per le future mamme che sceglieranno come luogo, CASA!
Qui per FIRMARE, è gratis e vi costerà 2 minuti del vostro tempo!
Fate girare, le future mamme ringrazieranno!
Un ringraziamento speciale va alle ostetriche libere professioniste Emanuela Rocca e Alessandra Parisi per la volontà di arrivare a questo obiettivo!
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Un ringraziamento speciale va alle ostetriche libere professioniste Emanuela Rocca e Alessandra Parisi per la volontà di arrivare a questo obiettivo!
Perché è importante
Nascere è gioia, non malattia. Non è forse la cosa più naturale del mondo .... nascere? I bambini sanno nascere e le mamme partorire, basta solo ascoltare il proprio corpo ed essere accompagnate e assistite da personale qualificato e professionale come le ostretiche. Una donna, una madre, deve sentirsi libera di scegliere dove partorire senza avere preoccupazioni delle spese e dei costi elevati dei servizi che dovrebbero essere un aiuto dalla comunità. Ha il diritto di partorire in un luogo protetto, naturale e sicuro, quale posto migliore se non casa propria? La Regione, attraverso la Asl di appartenenza, potrebbe erogare alla famiglia che decide di avere il bambino nella sua casa o in casa maternità l’equivalente del costo medio di una degenza ospedaliera di madre e neonato per il parto e puerperio fisiologico. In pratica, si tratterebbe di un semplice “spostamento di fondi”, senza nessun tipo di aggravio per la spesa sanitaria già prevista per ogni nascita.
Forse non tutti sanno che l'Emilia Romagna rimborsa fino all'80% della spesa per coloro che partoriscono a domicilio. Oppure, che in Piemonte il parto a domicilio è uno dei servizi che forniscono le stesse ostetriche della ASL (gratuitamente, dunque). Inutile dire che in questo modo si risparmiano anche soldi pubblici, dal momento che il rimborso per un parto in casa è minore del costo di un parto spontaneo in ospedale, compresa degenza (in genere di tre giorni), ginecologo, anestesista, eccetera. A supporto della nostra richiesta aggiungiamo le seguenti considerazioni: - L'Organizzazione Mondiale della Sanità afferma che «la donna deve avere la possibilità di partorire in un luogo che sente sicuro, al livello più periferico possibile in cui sia possibile fornire assistenza appropriata e sicurezza. Per donne con gravidanze a basso rischio, tali luoghi posso essere la casa, le case maternità, gli ospedali» ("Care in Normal Birth: a Practical Guide", Report of a technical Working Group, WHO Publication no. WHO/FRH/MSM/96.24, Geneva); - il Parlamento Europeo, con la risoluzione A2 – 38/88 (Carta Europea dei diritti della partoriente), considera tra i diritti della partoriente che sia assicurata «l'assistenza adeguata qualora venga scelto il parto a domicilio, compatibilmente con le condizioni psicofisiche della partoriente e del nascituro e con le condizioni ambientali»; - la pratica del parto a domicilio è ampiamente diffusa in alcuni paesi del Nord Europa, in particolare l'Olanda e l'Inghilterra, risultando sicura, sia per il bambino che per la mamma, grazie all'applicazione di protocolli internazionali riconosciuti . in Italia il 24 aprile 2000, è stato adottato il “Progetto obiettivo materno-infantile relativo al Piano sanitario nazionale per il triennio 1998-2000”. Detto provvedimento ha indicato, quali obiettivi da perseguire nell'assicurare i livelli essenziali di assistenza, “la tutela della salute della donna in tutte le fasi della vita con particolare riferimento... al sostegno del percorso nascita, all'assistenza alla gravidanza fisiologica…”, nonché l'attivazione di “processi assistenziali tendenti alla sempre maggiore umanizzazione dell'evento nascita, coniugando la possibilità di far coesistere la sicurezza per la partoriente ed il nascituro ed il rispetto di quanto desiderato dalla donna in questa fase così delicata del suo ciclo vitale” e di “processi di assistenza domiciliare puerperale”.
Vi preghiamo di firmare anche se non abitate in Liguria ma per spirito di solidarietà.
Forse non tutti sanno che l'Emilia Romagna rimborsa fino all'80% della spesa per coloro che partoriscono a domicilio. Oppure, che in Piemonte il parto a domicilio è uno dei servizi che forniscono le stesse ostetriche della ASL (gratuitamente, dunque). Inutile dire che in questo modo si risparmiano anche soldi pubblici, dal momento che il rimborso per un parto in casa è minore del costo di un parto spontaneo in ospedale, compresa degenza (in genere di tre giorni), ginecologo, anestesista, eccetera. A supporto della nostra richiesta aggiungiamo le seguenti considerazioni: - L'Organizzazione Mondiale della Sanità afferma che «la donna deve avere la possibilità di partorire in un luogo che sente sicuro, al livello più periferico possibile in cui sia possibile fornire assistenza appropriata e sicurezza. Per donne con gravidanze a basso rischio, tali luoghi posso essere la casa, le case maternità, gli ospedali» ("Care in Normal Birth: a Practical Guide", Report of a technical Working Group, WHO Publication no. WHO/FRH/MSM/96.24, Geneva); - il Parlamento Europeo, con la risoluzione A2 – 38/88 (Carta Europea dei diritti della partoriente), considera tra i diritti della partoriente che sia assicurata «l'assistenza adeguata qualora venga scelto il parto a domicilio, compatibilmente con le condizioni psicofisiche della partoriente e del nascituro e con le condizioni ambientali»; - la pratica del parto a domicilio è ampiamente diffusa in alcuni paesi del Nord Europa, in particolare l'Olanda e l'Inghilterra, risultando sicura, sia per il bambino che per la mamma, grazie all'applicazione di protocolli internazionali riconosciuti . in Italia il 24 aprile 2000, è stato adottato il “Progetto obiettivo materno-infantile relativo al Piano sanitario nazionale per il triennio 1998-2000”. Detto provvedimento ha indicato, quali obiettivi da perseguire nell'assicurare i livelli essenziali di assistenza, “la tutela della salute della donna in tutte le fasi della vita con particolare riferimento... al sostegno del percorso nascita, all'assistenza alla gravidanza fisiologica…”, nonché l'attivazione di “processi assistenziali tendenti alla sempre maggiore umanizzazione dell'evento nascita, coniugando la possibilità di far coesistere la sicurezza per la partoriente ed il nascituro ed il rispetto di quanto desiderato dalla donna in questa fase così delicata del suo ciclo vitale” e di “processi di assistenza domiciliare puerperale”.
Vi preghiamo di firmare anche se non abitate in Liguria ma per spirito di solidarietà.
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